
“Pugno di ferro – Guanto di Velluto”, le opere dell’artista salvadoregna Roxana Castro in mostra
La mostra dell’artista salvatoregna Roxana Castro, che si inaugura l’11 ottobre a Fiesole, comprende anche alcuni pezzi che saranno esposti presso la Fondazione Scienza e Tecnica in via Giustio 29, dove la mostra si concluderà ufficialmente il 19 ottobre alle ore 16.00.
L’iniziativa organizzata dal Console Onorario Avv. Enrico Vitali Casanuova vede come protagonista l’artista Roxana Castro che realizza originalissime sculture in lastre galvanizzate
“PUGNO DI FERRO – GUANTO DI VELLUTO” è il risultato di dieci anni di sperimentazione con materiali diversi, di ricerca storico-scientifica, di tentativi ed errori, per scoprire e mettere a punto un proprio stile e una propria tecnica artistica. Mi ci sono voluti tre anni per sviluppare i 10 pezzi che compongono la serie oggi in mostra a Firenze, tre anni durante i quali il sostegno della mia famiglia è stato fondamentale.Questa serie si ispira ed è dedicata a mia nonna Carmen Abrego, matriarca della mia famiglia, e a tutte le valorose, belle e brillanti donne della mia famiglia che mi hanno formato con il loro esempio, ispirato ed infuso l’infinito amore che sento per il mio Paese”.
Roxana Castro lavora le lamine di ferro galvanizzato, attraverso un lungo processo di fabbricazione e da innumerevoli passaggi di mano, partendo dalla lamiera, materiale di fattura anonima che può essere acquistato in stabilimenti specializzati, come merce utilizzata in campo edilizio.
Queste lastre di metallo sono passate inosservate a tanti artisti: Roxana lavora l’acciaio sottoponendolo a processi chimici prodotti dall’impiego di zinco, alte temperature e ossigeno.
Nelle sue ricerche tecnico-artistiche, Roxana si è imbattuta in questo materiale durante lo studio della storia di El Salvador. Ha scoperto che il 7 giugno del 1971 (giorno di Corpus Christi) tre grandi terremoti distrussero diverse città in El Salvador provocando la morte di 1050 persone. Andarono distrutte 7000 case sulle 9000 che allora contava la capitale di San Salvador: fu il 46° terremoto nella storia del paese. I materiali da costruzione dell’epoca non resistettero alle sollecitazioni: le abitazioni erano infatti costruite per lo più in mattoni “crudi”, terra, calce e con rinforzi di legno. Da allora la classe dirigenziale iniziò a impiegare materiali diversi, come legni pregiati e lastre di metallo decorate, specifiche per l’edilizia, importate via nave dall’Europa, realizzando costruzioni con stili architettonici diversi derivati dalle culture straniere, come il neoclassico, il neobizantino, il neorinascimentale e il neobarocco.
Con il susseguirsi degli anni e con i nuovi sviluppi nell’industria della costruzione, l’impiego delle lamine cambiò radicalmente, diventando sempre più usuale nelle classi più umili, che cominciarono a usare il metallo per delimitare il proprio territorio o per costruire le proprie abitazioni. Le lamine persero la qualità e la raffinatezza dei disegni, tipiche del periodo precedente, divenendo semplici lastre lisce o ondulate e andando a costituire un materiale povero, di largo impiego anche nei casi di costruzione delle case provvisorie per le vittime dei fenomeni naturali. Le case in lamiera che talora si trasformano, con il tempo, in definitive, confermano, come dice Roxana , che “ l’utilizzo della lamina si associa immediatamente alla miseria, alla povertà, all’emarginazione sociale.”
Credits: Iridiscence, photography by Böhmisch for HUF Magazine
Roxana si dedica a trasformare questo materiale per mezzo dell’azione artistica.
Lo trasforma in scialli, in broccati, in colletti, in tovaglie, in corsetti…impreziosendoli con arabeschi e trapunte: l’artista sottopone la lamina galvanizzata all’azione degli acidi, le trafora, le taglia, le cuce con filo metallico le plasma con le proprie mani e con il suo intelletto, trasformandole in curiose, inusuali spendide e magnifiche sculture.
Come se stesse elaborando delicati indumenti, Roxana taglia queste lamine, con amorevole precisione, le incide come un merletto, le taglia come un vestito, le trafora e aggiunge elementi estetici tradizionalmente legati alla cultura salvadoregna, simboli distintivi di una certa posizione sociale.
Con materiali così insoliti nel mondo salvadoregno dell’arte, ma comuni negli strati più bassi della popolazione, Roxana Castro si esprime, rimanendo lontana dal discorso propagandistico.
Inaugurazione alla presenza del SindacoDott. Anna Ravoni
Sala Costantini, Via Portigiani Fiesole
11 ottobre
ore 18
Fondazione Scienza e Tecnica
Via Giusti 29, Firenze
11-19 Ottobre 2018
0re 9. 00 – 15.00
Chiusura ufficiale della mostra: 19 ottobre, ore 16.00