Pellegrino Artusi

Pellegrino Artusi, autore de “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene“, nacque a Forlimpopoli il 4 agosto 1820, da Teresa Giunchi e Agostino. Dopo gli studi al Seminario di Bertinoro e una probabile iscrizione all’Università di Bologna, cominciò ad occuparsi degli affari paterni. Ma il 25 gennaio 1851, il brigante Stefano Pelloni, detto il Passatore, assaltò Forlimpopoli mentre i cittadini più benestanti si trovavano nel piccolo teatro all’interno della rocca per assistere al dramma La morte di Sisara. Il Passatore prese in ostaggio all’interno del teatro tutte le famiglie, per poi penetrare in casa Artusi, che venne saccheggiata. I banditi stuprarono anche alcune donne, tra cui Gertrude, sorella dell’Artusi, che, impazzita per lo shock, fu ricoverata al manicomio di Pesaro, dove poi morì.

La famiglia Artusi decise di trasferirsi a Firenze, capitale dell’allora più sicuro Granducato di Toscana, stabilendosi in Via dei Calzaiuoli, dove rilevarono un banco di vendita di seta. Pellegrino Artusi trovò occupazione a Livorno presso un’importante casa commerciale e, diventato molto esperto in affari, fondò a Firenze un Banco di sconto, che gli diede buon nome e ricchezza. Si trasferì, quindi, in Piazza D’Azeglio e, nel 1870, cinquantenne, si ritirò a vita privata per godere il frutto delle sue fatiche.

Scrisse una Vita di U. Foscolo, nel 1878, e Osservazioni in appendice a trenta lettere di G. Giusti, nel 1880, per poi iniziare a raccogliere ricette di cucina, avvalendosi di esperienze antiche e nuove. Pubblicò poi le sue creazioni nel famosissimo La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene, del 1891. A Firenze, tranquillamente condusse la sua esistenza fino al 1911, quando morì, a 90 anni. Fu sepolto nel cimitero di San Miniato al Monte. Artusi non si sposò mai e visse, celibe, con un domestico del suo paese natale, Francesco, e una cuoca toscana, Marietta. Lasciò tutto in eredità al comune di Forlimpopoli, a conferma dell’attaccamento per la sua terra d’origine. “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene“, pubblicato nel 1891 a spese dell’autore “pei tipi dell’editore
Landi“ ebbe, nella sua prima edizione, 1.000 copie.

È lo stesso Artusi a raccontarci le vicende della sua celebre opera nella introduzione (inserita nel 1902 nella VI edizione) che intitolò significativamente “Storia di un libro che rassomiglia alla storia della Cenerentola”: Artusi prende avvio dal giudizio del professor Trevisan, che profetizzava lo scarso successo dell’opera, per poi confermare il suo grande successo. Il successo, infatti, alla fine arrivò: in vent’anni, Artusi stesso ne curò 15 edizioni; nel 1931 le edizioni erano giunte a quota 32 e l’”Artusi” (ormai veniva chiamato con il nome del suo autore) era uno dei libri più letti dagli italiani, insieme a “I promessi sposi” e “Pinocchio“. In queste diverse edizioni, le ricette passarono dalle 475 della prima edizione alle 790 dell’ultima, pubblicata postuma.

Il volume, che ancora oggi conta un grande numero di edizioni e una vastissima diffusione, propone un approccio didattico (“con questo manuale pratico – scrive Artusi – basta si sappia tenere un mestolo in mano”): le ricette sono accompagnate da riflessioni e aneddoti dell’autore, che scrive con uno stile arguto. “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” costituì un vero e proprio spartiacque nella cultura gastronomica dell’epoca.

Ad Artusi va il merito di aver dato dignità al “mosaico” di tradizioni regionali, che caratterizzava la penisola, valorizzandolo ai fini di una tradizione gastronomica “nazionale”.
Artusi: per antonomasia libro di cucina. Che gloria! Il libro che diventa nome! A quanti letterati toccò tale sorte? Era l’Artusi di Forlimpopoli… cuoco, bizzarro, caro signore, e molto benefico, come dimostrò nel suo testamento; e il suo trattato è scritto in buon italiano. E non era letterato né professore.
(Alfredo Panzini, 1905)

La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene è un successo editoriale che trova pochi termini di paragone: dal 1891 viene continuamente aggiornato e ripubblicato secondo il dettato dell’autore.

Didascalia
Ritratto di Pellegrino Artusi 1891

Il museo della Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze è aperto dalle ore 9.00 alle ore 16.00, dal martedì al venerdì.
Sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00.
La biblioteca è aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00.

The Florence Science and Technology Foundation Museum is open from 9 a.m. to 4 p.m., Tuesday through Friday.
Saturday and Sunday from 10 a.m. to 6 p.m.
. The library is open Monday through Friday from 9 a.m. to 1 p.m.

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Bambini: € 6.00

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Bambini: € 6.00
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